i casinò concessionari e l'oscuramento dei siti di gioco illegali

Il mercato dei giochi di sorte online legali è cambiato profondamente dal 18 luglio 2011, giorno in cui i primi casinò online legali (con regolare concessione italiana) sono apparsi nel nostro mercato. Fino a quel momento, soprattutto nei confrontidei casinò online, a seguito di una norma introdotta nella Legge Finanziaria del 2006, lo Stato Italiano procedeva all'oscuramento dei siti (attraverso l'inibizione del dominio o del IP attraverso i servizi DNS dei provider italiani di Internet) che contenevano offerta di giochi online "illegali" (ovvero non sottoposta a concessione italiana).

Ricordiamo che gli articoli che segono sono stati da noi scritti proprio nei primi mesi del 2007, e pertanto si riferiscono ad un periodo "preistorico" della nostra situazione interna sul gioco online. Gli articoli sono stati lasciati così come erano per ragioni di completezza ed anche per facilitare la comprensione di quanto si sia evoluto in pochi anni questo settore del mercato.

Prima di lasciarvi agli articoli da noi scritti "illo tempore", vogliamo ricordare però che la tecnica dell'oscuramente è presente tutt'oggi, e riguarda tutti quegli operatori (in genere di oltreoceano) che provano ad operare dall'estero sul nostro mercato. Sebbene nel 2007 avessimo avuto qualche perplessità in merito alla efficacia di quella metodologia, dobbiamo dire, che oggi, l'accoppiata "operatori concessionari" ed oscuramente degli operatori non concessionari ci appare non solo efficace, ma anche vincente; nel nostro mercato del gioco online non manca davvero nulla, e quindi nulla in più possono offrire operatori "esteri" non concessionari.

Di conseguenza la pratica dell'oscuramente è a nostro avviso davvero utile, in questo nuovo quadro, in quanto non solo tutela i giocatori ma tutela anche i marchi di casinò seri, che hanno deciso di prendere concessione italiana (e di pagare le tasse qui) rispetto alla "concorrenza sleale" degli operatori di oltreoceano.

Oscuramento o Oscurantismo? La scelta di oscurare i casinò online

Il tentativo di oscurare i siti di scommesse e giocho online che non avessero licenza rilasciata dall'aams, è stato a partire dall'introduzione della finanziaria 2006, più che una contromisura un giochino alla rincorsa, neppure troppo frenetica tra operatori e stato italiano. Al primo grande oscuramento datato 2006, ne sono seguiti altri (non più di 3 o 4 all'anno), in quanto ogni volta che un sito non era più raggiungibile esso cambiava dominio, e ricompariva nel giro di uno o due giorni al massimo.

Oscuramento ed Autorizzazione. Quale aspetto sanzionatorio? Un esempio

Quanto all'efficacia del provvedimento quindi i dati parlano da soli: tutti i siti oscurati risultano comunque raggiungibili se non all'indirizzo originario ad un indirizzo successivo registrato appositamente per il mercato italiano. Abbiamo già in home page fatto il caso di Unibet, passando dall'efficacia del provvedimento alla ratio dello stesso.... Unibet, operatore maltese, con regolare licenza nel proprio stato membro dell'Unione Europea, ha da sempre con una versione del proprio portale in italiano (e quindi rivolto al mercato italiano, seppure la normativa europea per il commercio elettronico che individua i profili per l'applicazione del diritto di competenza anche nella lingua in cui un portale è fatto ed indipendentemente dall'ubicazione dei server e della società proprietaria del portale, stranamente esclude dal proprio ambito di applicazione "i giochi di sorte"). Nel corso di questi due anni il sito unibet.com non risulta raggiungibile perchè oscurato, ma in compenso si sono succeduti, it-unibet.com, unibet-it.com, etc.. in una rincorsa tanto inutile quanto senza frutto. Da ultimo la unibet ha fatto richiesta di regolare licenza all'aams, ed è quindi disponibile il sito unibet.it dove si potranno effettuare le scommesse online all'interno del profilo autorizzativo dei Monopoli di Stato, cosi come avviene già per altri operatori quali bwin o sportingbet.

Ma quale sanzione applicabile per il passato? Ovvero esiste davvero una contravvenzione alle norme italiane nello sfuggire all'oscuramento del proprio sito attraverso la registrazione di nuovi nomi di dominio? A noi, mai come in questo caso, appare chiara la volontà dell'operatore di giochi online di puntare al mercato italiano "nazionale" (in quanto l'oscuramento funziona solo dal territorio italiano) e non al mercato italiano "linguistico". Ma la sanzione esiste? Ed è davvero applicabile? A noi sembra solo il tentativo di "assoggettare ad imposta" tutte le transazioni con il mercato italiano nazionale, senza nessun vero intento di controllo (e d'altronde come potrebbe l'aams controllare operatori quali bookmakers inglesi che nel settore delle scommesse hanno una tradizione antichissima, od altri operatori UE che sono già controllati da organi competenti nel proprio paese?). Ad ogni modo ritornando all'esempio unibet, in attesa del sito unibet.it, l'italiano potrà ancora scommettere sul sito unibet2.com od unibet-taldeitali.com tuttora non oscurato? E quando sarà attivo il sito unibet.it, ovviamente autorizzato solo per le scommesse sportive, quindi con una versione "light" del portale, senza poker, senza casino online e senza i cosiddetti skill games, l'operatore dovrà chiudere il proprio sito unibet2.com completo di tutti questi giochi appena citati al mercato italiano? Resta un mistero...

L'articolo originale del 2006 sul primo oscuramento dei siti di giochi online

A seguito dell'intruduzione delle norme relative all'oscuramento da parte dei provider italiani di una serie di siti (circa 1000) dedicati al gioco d'azzardo in generale, i gestori di casino online nonchè di siti di scommesse stanno passando alle contomisure...

Si tratta per lo più di trucchetti di natura tecnica (come quello di cambiare domini o di far accedere gli utenti ai siti a mezzo di un proxy server) che resisteranno finchè la lista dei siti "vietati" non verrà nuovamente aggiornata... La lista completa può essere trovata sul sito dei Monopoli di Stato all'indirizzo www.aams.it

Ad ogni modo a più di un anno di distanza da quel decreto, sembra che la rincorsa del legislatore all'oscuramento dei siti si sia un po' raffreddata...